EUTOPIA

Al suo interno operano esperti in Psicologia sociale e di comunità, Psicopedagogia, Psicologia clinica.
Competenze:
Analisi dei fenomeni psicosociali che presiedono la relazione e l’interazione interpersonale e gruppale; Ricerca psicosociale; Analisi e conduzione dei gruppi di lavoro, di formazione, di auto-aiuto; Analisi e consulenza organizzativa; Progettazione e valutazione dell’intervento psicosociale; Progettazione di interventi psicologici per lo sviluppo e il sostegno alle famiglie; Organizzazione e promozione di servizi psicologici di orientamento e di ascolto alla persona lungo tutte le fasi del ciclo della vita (prima infanzia, adolescenza, adultità e terza età).
“Laboratorio autobiografico del Quartiere Leuca. Abitare, memoria e immaginario”
All’interno della più ampia programmazione di riqualificazione territoriale progettata dalla città di Lecce, il progetto di ricerca che s’intende realizzare nasce con l’obiettivo di indagare il vissuto quotidiano degli abitanti del quartiere Leuca, attraverso il recupero dei significati che essi attribuiscono alla loro esperienza di cittadini di un quartiere. Nello specifico, si tratterà non solo di lavorare al recupero di una storia e di una memoria collettive del quartiere, ma anche e soprattutto di indagare la percezione che i leccesi posseggono di loro stessi in quanto cittadini di un quartiere. Questi obiettivi, a parere dei proponenti, risultano essenziali in base alla considerazione secondo la quale è fondamentale “pensare” l’abitare, prima di “praticarlo”. Suscitare tale consapevolezza rappresenterà il fine, ma allo stesso tempo l’inizio di un percorso e di un processo di trasformazione sociale e culturale in cui il benessere legato all’abitabilità dei luoghi potrà essere misurato non solo in relazione alla più o meno soddisfacente fruibilità di servizi commerciali, infrastrutturali, ludico-ricreativi, ecc. presenti sul territorio, ma anche e soprattutto in relazione alla qualità della vita individuale alla base del benessere psicologico della collettività.
In questo senso, è possibile realizzare quel significato di “vicinanza antropologica” che la filosofia tedesca contemporanea ha definito con il nome Nähe, cioè una dimensione relazionale e comunitaria fondata sul concetto di cura. All’interno di questa prospettiva teorica che unisce la speculazione filosofica e i metodi di ricerca psico-sociale, la cura, con la quale si vanno a “rinsaldare” le relazioni comunitarie, rappresenta l’essenza stessa della pratica dell’abitare. L’equivalenza abitare = cura = “vicinanza antropologica” costituisce, pertanto, il filo rosso del laboratorio memoriale del sé. Raccogliendo, infatti, i racconti dei soggetti coinvolti nella ricerca, la cui narrazione da individuale diventa man mano collettiva, si “riattiva” il senso del luogo spesso dimenticato o mai portato a consapevolezza della comunità corrispondente. Inoltre, il particolare contesto che accoglierà tali autobiografie funge esso stesso da setting ante litteram che in sé rappresenta un momento di edificazione e identificazione sociale. In questa prospettiva, i dati raccolti e la loro successiva elaborazione sono soltanto un risultato parallelo e successivo a una già concreta dimensione e pratica di cura tra gli abitanti del quartiere.
PROGETTO II stralcio
LABORATORI CREATIVI DI PROGETTAZIONE PARTECIPATA
Un ponte tra la città e i suoi abitanti
I laboratori creativi di progettazione partecipata nascono dall’idea di facilitare e stimolare l’ascolto e la parola tra i “tecnici” che operano nel quartiere e gli abitanti. Si tratta, cioè, di promuovere e accompagnare esperienze di confronto cittadino sui temi della rigenerazione sia in merito alle trasformazioni dell’ambiente fisico (strade, marciapiedi, illuminazione, aiuole, ecc.), che in relazione ai bisogni e ai vissuti emotivi da parte dei residenti che abitano il quartiere con il fine di recuperare il rapporto tra la vita degli abitanti e la città. “È ingenuo il pensiero di chi crede che basti essere residente di una città per esserne abitante. Abitare significa connotare di sé il luogo che si vive, renderlo funzionale ai propri bisogni, prendersene cura, rispettarlo, imparare a riconoscerlo e dunque fidarsi di esso. Sentirsi al suo interno protetto, sicuro, e per questo scegliere di dimorarci. Fare in modo che i cittadini possano “scegliere
di abitare” la propria città è, all’interno di questa visione della vita, una consapevolezza e un sentimento che hanno bisogno di essere continuamente nutriti, stimolati e rigenerati per giungere a maturazione”.

DIARIO ATTIVITÀ (I stralcio)
e agli abitanti del quartiere, i risultati degli incontri e delle attività laboratoriali attivate in progress (sotto forma di resoconti e poster pubblici) con il proposito e l’aspettativa sia di favorire la diffusione di buone pratiche di comunicazione-partecipata tra gli abitanti, i progettisti e l’amministrazione comunale, sia di assistere a interventi di progettazione cittadina futuri sempre più rispondenti ai bisogni e alle tematiche della collettività.