I progettisti rispondono
Perché bisogna introdurre più piante in città? Perché si deve perseguire l’abbattimento totale delle barriere architettoniche? Perché si deve fare di tutto per ridurre l’inquinamento usando ogni mezzo possibile per rendere l’aria delle nostre città migliore e respirabile?
Tralasciando il problema “panettoni stradali” posizionati su via Leuca temporaneamente in attesa dei dissuasori metallici o delle auto “parcheggiate sui marciapiedi” proviamo a offrire un’altra prospettiva al progetto in corso di realizzazione che connetterà il centro con la periferia. Intanto dove sono i marciapiedi? Su Via Leuca non c’è più distinzione di altezze tra carreggiata e marciapiedi. Questo è un fatto. Tutti potranno passare agevolmente con carrozzine per bambini, sedie a rotelle, bastoni della vecchiaia e altri problemi motori da un lato all’altro della strada senza doversi per forza incanalare sugli scivoli spesso bloccati da qualche automobilista semplicemente indisciplinato e strafottente. Questa noi la chiamiamo “accessibilità” e “democrazia”.
E come in tante zone 30 del mondo le auto si parcheggiano sui masselli autobloccanti posizionati in continuità con le aree pedonali notevolmente potenziate dove già oggi si vedono i primi tavolini dei bar all’aperto. Ma vi ricordate come era Via Leuca prima? Vi siete già dimenticati l’arrembaggio delle auto padrone di un’area completamente asfaltata che relegava il pedone a quel misero metro ricavato lungo il perimetro degli edifici? Ma soprattutto qualcuno si è chiesto perché le auto parcheggiano sui masselli in cls? Quelli sono masselli fotocatalitici. Mangiano gli ossidi di azoto proprio come una pianta mangia CO2 e per mezzo della fotosintesi clorofilliana, che tutti abbiamo studiato a scuola, fabbricano gli zuccheri necessari al proprio nutrimento regalandoci ossigeno. I masselli, dunque, abbattono le emissioni di polveri sottili, aromatici policondensati, ossidi di azoto, ossido di carbonio e ossido di zolfo prodotti dalle auto e dunque riducono drasticamente l’inquinamento dell’aria. Sembra poco? A noi no.
Vi siete mai trovati nei pomeriggi d’estate a camminare su uno qualsiasi dei lati di una strada come via Leuca? Ti senti soffocare. Le scarpe ti si incollano all’asfalto, ogni tanto respiri i gas di scarico di qualche auto o scooter che ti sfreccia di lato. Un incubo. Senza un albero e senza un filo di vento rinfrescato dalle fronde delle piante. Tutto questo aumenta il calore urbano medio e crea il fenomeno delle isole di calore cioè 3 gradi in più in città a causa dell’eccesso di asfalto, della mancanza di alberature alte e basse, dell’eccesso di impermeabilizzazione delle superfici, dei colori scuri delle carreggiate. 2000 piante in più da collocare su via Leuca tra i pedoni e le auto, nelle grandi aiuole e lungo il viale saranno presto realtà. L’isola di calore diminuirà notevolmente, aumenteranno le aree di ombra e le grandi aiuole con i masselli chiari contribuiranno a contenere la temperatura e nel nostro piccolo potremo dire di aver creato un esempio di intervento urbano che va nel verso delle linee guida da adottare per il contenimento del riscaldamento globale. Sembra essere un’ambizione troppo grande? Con i piccoli interventi si aiuta a migliorare il mondo e si contribuisce a riempire di contenuto e soprattutto di fatti i campi semantici di parole come sostenibilità ed ecologia. Non si può più prescindere da contenuti e scelte profonde meno visibili ma sostanziali.
A Lecce manca un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. In attesa che si avvii un dibattito speriamo seguito da un progetto vero, su via Leuca abbiamo provato a trovare una soluzione ad un tipico problema urbano. Come si fa a far passare le auto in una strada a sezione ristretta in cui non si può introdurre una pista ciclabile a sezione protetta? Abbiamo pensato di interpretare la strada come un percorso promiscuo in cui le auto marciano a 30 chilometri orari e sono circondate da alberi, aiuole, dissuasori metallici, nuova illuminazione, cambi di direzione, rallentatori, rotonde passanti e carreggiate ben definite. Senza negare diritti acquisiti come il parcheggio per i residenti che in queste aree della città spesso non hanno garage o impedire il passaggio degli autobus. Chiaramente tutto questo lo si riesce a fare se le regole le rispettiamo tutti e se quando entriamo in auto non dimentichiamo che siamo ancora persone tra le persone.
Un’ultima questione. 43 associazioni hanno offerto tanti contributi a questo quartiere nell’ambito del Programma di Rigenerazione Urbana. Ne ricordiamo in particolare uno portato avanti con i bambini delle scuole a cui è stato insegnato cosa fosse un pedibus. Andare a scuola a piedi. Ognuno di loro la mattina ha indossato un cappellino giallo e man mano che si avvicinava a scuola ha incontrato altri bambini fino a formare un serpentone giallo di bimbi che andavano a scuola monitorati da alcuni genitori che semplicemente fermi in alcuni punti della città aspettavano che i propri figli passassero lungo un percorso casa-scuola prestabilito. Questo vuol dire meno auto davanti alle scuole del quartiere, meno inquinamento per i nostri figli e meno nervosismo per i genitori. È difficile farlo? No. Oggi ci sono anche precisi finanziamenti europei su questo modo di vivere le città. Ecco questa è per noi rigenerazione!
Metamor Architetti Associati
Juri Battaglini
Gaetano Fornarelli
Mauro Lazzari
Marco Lazzari
Supporto esterno al Settore Urbanistica per il Programma di Rigenerazione del Quartiere Leuca